Il rientro a lavoro o a scuola dopo lo stacco delle ferie estive è un momento stressante e impegnativo: riprendere la routine dopo un periodo di interruzione e relax può essere davvero complicato, mettere di cattivo umore e farci sentire subito stanchi e inadeguati.

Nell'epoca moderna, infatti, la frenesia e l’efficienza sono all'ordine giorno, must che pur essendo insuperabili in certe situazioni, come appunto la ripresa dell’attività dopo le vacanze, non vanno di pari passo con il benessere della persona.

Oltre ai bombardamenti degli stressors quotidiani di varia natura (lavorativi, personali, legati all'avanzamento dell'età e alle problematiche annesse) è facile incombere anche in cali di memoria o, più comunemente, nella perdita di lucidità e di concentrazione.

Abbiamo già visto come è possibile affrontare lo stress grazie alle sostanze naturali, capiamo ora insieme come migliorare la nostra concentrazione per ripartire al massimo delle nostre potenzialità.

Cervello, memoria e concentrazione

È sempre importate avere la consapevolezza delle cause che ci portano ad essere stressati, anche in periodi particolarmente intensi e complicati. Questo perché solo dopo aver individuato le cause possiamo agire per uscire da quel contesto "nebbioso" e caotico in cui la nostra mente è entrata.

Quando ci sentiamo “in tilt" è come se il nostro "hardware" cerebrale avesse accumulato dati, emozioni e percezioni in maniera confusa e caotica.

Al cervello, perciò, arrivano troppe informazioni che non riesce a catalogare e gestire ordinatamente. Se non interrompiamo questo loop, la mente arriva ad una sorta di punto di stallo o saturazione. Prima che ciò avvenga, serve intervenire con una sorta di reset generale.

Pensiamo alla nostra memoria come un grande raccoglitore di esperienze vissute che al bisogno vengono riutilizzate per gestire meglio altre nuove situazioni.

La memoria però non è solo un contenitore: essa continua a rielaborare le informazioni in base al nostro percorso di esperienze. Quando arrivano nuove informazioni, queste si vanno ad aggiungere alle altre vissute, con un meccanismo di codifica che è molto influenzato dalla condizione psico-fisica ed emotiva in cui ci troviamo. Dopodiché passiamo al consolidamento del ricordo (la fase che interessa la memoria a lungo termine) che viene poi "ripescato" quando il vissuto presente lo richiama e riattiva (“recupero”), per aiutarci ad affrontare al meglio ogni situazione.

Per maggiore chiarezza, è possibile distinguere tra:

  • memoria esplicita (quando sappiamo descrivere in maniera consapevole);
  • memoria implicita (capacità cognitive e motorie), dove pure nelle fasi di elaborazione subentrano altri fattori, tra cui la componente emotiva coinvolta, motivazionali, e persino l'umore in cui siamo.

La concentrazione è qualcosa di differente: riguarda la capacità di restare col pensiero su una determinata attività direttamente legato alla volontà del soggetto, ed è collegata tra percezione sensoriale ed azione controllata (collegate alla memoria a breve termine). Tanti fattori stressanti possono influenzare l'efficienza di registrazione e fissazione delle esperienze, come pure portare ad un errato utilizzo dei ricordi, che a sua volta può sfociare in situazioni di forte e costante ansia generalizzata ed aprire le porte a diversi disturbi relativi al tono dell'umore.

Nelle fasi di stress particolarmente intenso, quando l'adrenalina continua a tenerci in stato di "allarme", la difficoltà di concentrazione diventa uno dei sintomi e segnali più comuni che possono farci capire che lo stress sta diventando davvero poco "gestibile" e dominante, tanto che a livello neuroendocrino si arriva ad un vero tilt del sistema ortosimpatico.

Ormoni, stress e capacità cognitive

È difficile semplificare un argomento così complesso e suscettibile di ramificazioni, ma tanti sono gli studi che dimostrano come lo stress cronico, correlato ad una dominanza della presenza "fuori controllo" del cortisolo (ormone dello stress) a braccetto con l'adrenalina, incida sulla memoria a breve termine e sulla capacità di concentrazione. Non a caso in quegli stati fatichiamo a concentrarci, a ricordare e ad apprendere, e spesso si risponde in misura non proporzionale a situazioni che la nostra mente "segnala" come pericolose anche quando non lo sono. Questo accade perché attraverso stress intensi e prolungati si può arrivare ad una vera inefficienza di aree del cervello come l'amigdala o dell'ippocampo correlate ai ricordi.

Grazie alla continua ricerca scientifica si è potuto indagare su una serie di elementi naturali e/o di sintesi che hanno dimostrato di essere dei veri aiuti:

  • adattogeni: supportano la gestione della risposta psicofisica allo stress;
  • nootropi: in grado di migliorare positivamente le capacità cognitive, favorendo l’apprendimento, la memoria, la motivazione e la creatività.

La nutraceutica in nostro aiuto

La nutraceutica ha messo in evidenza diverse sostanze naturali, spesso tramandate da una lunga tradizione medica millenaria, che hanno dimostrato un loro efficace utilizzo e così ad una crescente diffusione come elementi adattogeni o nootropi.

Tra queste sostanze naturali spicca tra le "migliori" la Bacopa Monnieri, un fitoestratto che veniva da secoli utilizzato nella Medicina Ayurvedica per migliorare le capacità cognitive e mnemoniche, ma considerata anche un potente adattogeno per via del suo importante effetto sul miglioramento della gestione della risposta allo stress, in grado di migliorare anche la reattività oltre che ridurre sensibilmente stati d'ansia e sintomi depressivi. Il Bacoside A contenuto nella Bacopa attraversa facilmente la barriera ematoencefalica e si lega ai siti recettoriali che aumentano la cognizione e la memoria. La Bacopa è usata sempre più spesso come neuroprotettivo (aiuta infatti a prevenire la placca arteriosa che può portare ad infarto, ictus e altre malattie neurodegenerative) e per riequilibrare i neurotrasmettitori come l'acetilcolina.

Un'atra sostanza naturale ad interessante potere sulle capacità cognitive è la L-Acetil-L-carnitina (ALCAR), molecola molto più biodisponibile della nota e correlata L-Carnitina. Naturalmente prodotta nel fegato e nei reni, viene poi trasportata in altri tessuti, inclusi il cervello e il cuore. Nella sua versione "acetilata" come "L-Acetilcarnitina" interviene in maniera molto importante sul metabolismo energetico cerebrale, favorendo il trasporto degli acidi grassi nei mitocondri. In questo modo alimenta le nostre centrali elettriche cellulari aumentando l'adenosina trifosfato (ATP) nelle cellule cerebrali. L'ATP è prodotto nei mitocondri ed è la principale fonte di energia cellulare.

L'ALCAR è un fattore necessario per la formazione dell'acetilcolina, neurotrasmettitore che aumenta la memoria e le funzioni cognitive, la prontezza mentale ed il pensiero fluido. Le proprietà antiossidanti dell'acetil-L-Carnitina forniscono inoltre qualità interessanti neuroprotettive, aumentando il fattore neurotrofico derivato dal cervello (BDNF) e promuovendo una maggior circolazione sanguigna a livello cerebrale.

Tra le sostanze ad effetto nootropico che migliorano la concentrazione e dal dimostrato effetto clinico troviamo la Citicolina o CDP-colina (citidina difosfato colina o citidina 5′-difosfocolina). Questa fonte naturale di colina è presente in ogni cellula del nostro organismo: è necessaria per sintetizzare il neurotrasmettitore acetilcolina rilasciato dai neuroni, fattore chiave nella comunicazione elettrica tra le cellule nervose. Questo neurotrasmettitore viene infatti fortemente coinvolto nella memoria, nell'apprendimento, nella cognizione e nel ricordo.

La Citicolina non migliora però solo la comunicazione tra neuroni, ma fornisce anche uridina, un nucleoside necessario per la riparazione dei neuroni stessi che interviene nel rilascio di altri neurotrasmettitori come adrenalina, dopamina, e serotonina.

Un altro elemento a supporto delle nostre attività cognitive in grado di contrastare la neuro-degenerazione è la fosfatidilserina (spesso abbreviata con PS). È un componente fosfolipidico delle membrane delle cellule cerebrali che aiuta a mantenere la loro fluidità e permeabilità, favorendo in questo modo il trasporto di proteine, enzimi, nutrienti, ossigeno e glucosio dentro e fuori ogni cellula.

La PS è inoltre coinvolta nella formazione e nell'invio di segnali all'interno dei neuroni, che avviene attraverso le sinapsi, e promuove il fattore di crescita nervoso (NGF, nerve growth factor), supportando la neurogenesi necessaria per il potenziamento a lungo termine (LTP, long term potentiation). La formazione ed il mantenimento di un buono stato di memoria dipende infatti da un LTP sano.

Come già sottolineato in precedenza, la PS è un fosfolipide dalla straordinaria importanza: è coinvolta nella costruzione dei mitocondri (che sono i centri energetici di ogni cellula cerebrale) ed è considerata ad oggi come uno dei nootropi più efficaci e importanti supportati da lavori e dati scientifici. Alla PS sono infatti attribuite le capacità di migliorare la vigilanza, l'attenzione, la cognizione, la memoria, il ricordo e l'umore.

Tutti questi effetti benefici vengono esplicati attraverso diversi meccanismi; la PS permette infatti di mantenere le cellule cerebrali fluide e permeabili ed ottimizzare la neuroplasticità per formare nuove connessioni, necessarie appunto per la formazione della memoria. È anche fondamentale per ripulire i neuroni danneggiati e mantenere un cervello funzionale; aumenta l'energia mentale facilitando il flusso di glucosio e ossigeno necessari per alimentare le cellule cerebrali ed è parte integrante del flusso di neurotrasmettitori fondamentali (come la dopamina e la già citata acetilcolina). Anche in questo caso queste capacità si traducono in miglioramenti della cognizione, della memoria e dello stato ansioso.

Curiosità: la preziosissima fosfatidilserina lavora in sinergia con l'acido grasso essenziale DHA, contenuto negli Omega-3, per mantenere le cellule cerebrali in salute, prolungandone la sopravvivenza.

Conclusioni

Quando periodi di forte stress rischiano di compromettere il nostro rendimento, è possibile ricorrere a sostanze naturali in grado di aiutare le nostre funzioni cognitive, migliorando la concentrazione e sostenendo la memoria. Elementi come la Bacopa Monnieri, l’Acetil-L-carnitina, la Citicolina e la Fosfatidilserina lavorano a diretto contatto con i nostri neurotrasmettitori, permettendo in questo modo un supporto in grado di fare la differenza.

 

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